Barricalla: un modello virtuoso verso l'ampliamento
- by Greenthesis Group
- 17 mar 2022
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Barricalla è il sito di stoccaggio per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi tra i più importanti in Europa posseduta da due soci operativi – Ambienthesis (35%) e Iren (35%) – e da Finpiemonte Partecipazioni (30%)
Barricalla sorge nel comune di Collegno e si estende su una superficie di 150 mila metri quadrati, in un ampio spazio tra la tangenziale e l’ingresso ovest della città di Torino, in un’area che precedentemente aveva ospitato una cava di ghiaia utilizzata proprio per la costruzione della tangenziale di Torino, poi abbandonata.
L’impianto è senz’altro un esempio virtuoso per la gestione in sicurezza di rifiuti pericolosi e non pericolosi prodotti da industrie o provenienti dalla bonifica di aree contaminate. Barricalla, in cui sono conferiti rifiuti che non possono essere reimmessi nel ciclo produttivo, si configura come un modello di tutela ambientale non avendo mai generato, in 33 anni di attività, problemi per la salute delle comunità del territorio e per l’ambiente. Sin dal 1998 è in possesso della certificazione EMAS, ossia da quel sistema comunitario di ecogestione e audit adottato dalle aziende che si impegnano a valutare e incrementare la propria efficienza ambientale. I lotti all’interno dell’impianto sono 5, di cui 4 già esauriti. Due lotti sono stati valorizzati con la costruzione di due parchi fotovoltaici da 1,9 GWh all’anno di energia che viene immessa in rete.
In 33 anni di attività, Barricalla ha raccolto oltre 1,7 milioni di metri cubi di rifiuti. Dal momento che l’impianto è prossimo all’esaurimento delle volumetrie disponibili è stata presentata alla Città metropolitana di Torino l’istanza per l’autorizzazione di un nuovo impianto, sempre situato nel Comune di Collegno, che si svilupperebbe partendo, sempre, da una cava esaurita.
Grazie al piano di ripristino ambientale, che ha portato anche alla realizzazione dei due impianti fotovoltaici si generano parte delle risorse necessarie per il “post mortem”, ossia quelle funzionali alla gestione della struttura una volta esaurita la sua attività di conferimento dei rifiuti.
I diversi monitoraggi ambientali che regolano la vita di Barricalla comprendono anche l’utilizzo delle api, l’animale più delicato presente in natura, che sono presenti all’interno dell’impianto sin dal 2000. Il confronto del miele prodotto in Barricalla con quello prodotto con una zona “bianca” si ha evidenza gli elementi, eventualmente pericolosi, presenti nell’ambiente. Le analisi ci dicono che il miele di Barricalla non è affatto diverso da quello prodotto nella zona bianca, la collina di Torino. In 22 anni di monitoraggio, infatti, non sono mai state rilevate concentrazioni anomale di inquinanti.
Quello dei rifiuti speciali, è un settore non facile: Barricalla ha però dimostrato una visrtuosità che potrebbe e dovrebbe essere presa da esempio. Gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi o non pericolosi, sono l’anello di chiusura del paradigma dell’economia circolare, ossia il punto di arrivo di quei rifiuti che non possono essere reimmessi nel ciclo produttivo. Impianti come Barricala garantiscono che vengano conferiti e stoccati in modo sicuro e presidiato, nel rispetto delle norme, evitando sia che prendano la via dell’estero, erodendo valore al nostro paese sia che cadano nelle mani delle ecomafie, che del traffico dei rifiuti, soprattutto quelli pericolosi, hanno fatto il loro business (basti pensare che la media dei sequestri da parte delle forze dell’ordine in un anno si aggira attorno ai quattro milioni di metri cubi).
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