European Plastic Pact: l'Italia c'è
- by Greenthesis Group
- 27 ago 2020
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Nella primavera del 2019 Francia e Paesi Bassi si sono fatti promotori a livello europeo del così detto European Plastic Pact, ossia un patto tra organi governativi, ONG, associazioni e imprese, che ha come scopo principale quello di facilitare e velocizzare la transizione dell’Europa verso una gestione circolare della plastica. “Gli obiettivi europei includono, nel dettaglio: ridurre i prodotti e gli imballaggi in plastica vergine di almeno il 20%, aumentare la capacità di raccolta e riciclo degli imballaggi di plastica in Europa di almeno il 25% e aumentare l’uso di plastica riciclata negli imballaggi di almeno il 30%. Tali obiettivi dovranno essere raggiunti entro il 2025, andando anche oltre l’attuale legislatura” [1].
L’Italia, che fino all’inizio del mese non compariva tra gli stati aderenti, ha dato il suo definitivo appoggio al progetto in data 7 marzo 2020 e il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in occasione della sottoscrizione del Patto, ha dichiarato: “Abbiamo aderito con convinzione al Patto europeo sulla plastica. Siamo convinti che una tematica così complessa come quella legata alla plastica, e il contrasto all’inquinamento prodotto, necessiti di strumenti condivisi tra i Paesi europei e tra i molteplici attori coinvolti nella gestione. Il Patto è uno strumento prezioso per affrontare meglio il ciclo della plastica, dalla progettazione dei prodotti alla produzione al corretto riciclo” [2].
Infatti, sono quattro i settori fondamentali su cui si è deciso di puntare all’interno del Patto per gestire al meglio, come ha detto Costa, l’intero ciclo della plastica: la progettazione circolare di prodotti e imballaggi; l’uso consapevole e responsabile della plastica; il riciclo corretto; l’impegno nell’impiegare plastiche riciclate.
Tra i firmatari [3] ci sono anche aziende molto grandi che, sottoscrivendo questo Patto, si sono assunte la responsabilità di accogliere quella che si presenta come un’enorme sfida dal punto di vista economico. Un esempio in tal senso sono due colossi come Nestlé e Unilever che, occupandosi di prodotti che per la maggior parte fanno uso di imballaggi di plastica vergine, dovranno mettere in atto una vera e propria rivoluzione aziendale. La plastica vergine, infatti, è molto più economica delle plastiche riciclate e convertire l’intera catena produttiva è un passaggio non indifferente. Nestlé, a tal proposito, ha fatto sapere che è stato necessario un investimento di oltre un miliardo e mezzo di franchi svizzeri per dotarsi di plastica riciclata per uso alimentare, oltre ad aver cominciato a ripensare da zero le modalità di distribuzione dei prodotti laddove fosse possibile fare a meno dell’imballaggio, come nel caso del caffè solubile o di alcuni alimenti per animali che potrebbero essere venduti nei punti vendita tramite erogatore come prodotto sfuso. Ha lanciato, infine, un fondo da 250 milioni di franchi svizzeri per sostenere start-up che progettino imballaggi plastic free o che si impegnino nel trovare nuovi materiali, soluzioni di riciclo o tutto ciò che potrebbe innovare il settore degli imballaggi in generale. Queste le parole di Marco Settembri, CEO di Nestlé per l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa, in proposito: “Siamo lieti di aver firmato l’European Pact. Uno dei nostri obiettivi comuni è quello di creare un’economia circolare migliorando i programmi di raccolta, smistamento e riciclo in tutta Europa. In futuro vogliamo assicurarci che anche altri imballaggi, come i nostri involucri e i nostri sacchetti, possano essere riciclati in nuove confezioni per alimenti” [4].
Unilever, d’altro canto, una delle più grandi multinazionali di beni di consumo che produce e vende circa 400 marche in oltre 190 paesi, all’interno del suo Sustainable Living Plan ha dedicato un’intera macro-sezione all’ambiente ponendosi entro il 2030 l’ambizioso obiettivo di dimezzare l’impatto ambientale derivato dai suoi prodotti. Per fare ciò tra gli altri, è stato dedicato un capitolo alla questione packaging e rifiuti, nel quale alcune delle azioni concrete da mettere in atto sono: l’uso di packaging riutilizzabili, riciclabili o in plastica compostabile, la riduzione degli imballaggi quando possibile e negli altri casi il loro riciclo; eliminazione dell’uso del PVC e dei rifiuti generati dalle bustine monouso [5].
L’essere in prima linea sul campo da parte di queste aziende e la nascita dello European Plastic Pact fanno seguito anche alla decisione già presa da parte dell’Unione Europea di vietare a partire dal 2021 la produzione di alcuni tipi di oggetti di plastica come posate, cannucce, stoviglie monouso e cotton-fioc. Questo genere di prodotti, infatti, è responsabile da solo di circa il 70% di rifiuti che finiscono nei nostri mari. “Una vera e propria battaglia alla plastica monouso, che partita dall’alto con le direttive europee arriverà pian piano nella quotidianità con l’applicazione della normativa da parte degli enti locali” [6].
Accanto a queste decisioni prese a Bruxelles quindi è necessario sempre di più promuovere e dare linfa vitale a tutte quelle iniziative che proattivamente si impegnano affinché la rivoluzione della green economy e della circolarità diventino reali. Motivo per cui non possiamo non salutare con gioia il grande passo in avanti fatto dal nostro Governo con la scelta di aderire all’European Plastic Pact, che ha previsto il suo primo incontro annuale per l’8 ottobre 2020, data in cui verrà eletto il comitato direttivo.
Certo la strada da fare è ancora lunga e la sfida maggiore per le aziende resta soprattutto quella dei costi che comporta l’inversione di tendenza dall’uso dalla plastica vergine a quella riciclata (o ad altri materiali), ma noi di Greenthesis, non solo siamo fiduciosi, ma siamo in prima linea nell’impegno comune e nella cooperazione attiva in questo cambio di paradigma che ci chiede l’Europa e il Pianeta.
[1] https://www.rinnovabili.it/ambiente/rifiuti/italia-aderisce-european-plastic-pact/
[2] https://www.iconaclima.it/italia/politiche/european-plastic-pact-italia/
[3] Per un elenco completo dei firmatari dell’EPP consultare: https://europeanplasticspact.org/signatories/
[5] https://www.unilever.it/sustainable-living/
[6] https://www.recoverweb.it/european-plastic-pact-anche-l-italia-aderisce/