Covid-19, l'emergenza vista dal termovalorizzatore di Bergamo
- by Greenthesis Group
- 12 mag 2020
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Per avere evidenza di come il Paese si sia lasciato alle spalle la Fase 1 di questa complicata emergenza sanitaria, uno dei modi è quello di monitorare come cambiano i flussi dei rifiuti in ingresso negli inceneritori, impianti che nelle settimane più critiche della crisi hanno garantito la tenuta del sistema. A Dalmine, in provincia di Bergamo, il termovalorizzatore della società Rea ha bruciato fino a 150 tonnellate a settimana di rifiuti sanitari in uscita dagli ospedali e ora si avvia verso un ritorno ai livelli medi precedenti, circa 30 tonnellate a settimana. Intanto, in concomitanza con i primi allentamenti del lockdown, si rivedono anche i primi carichi di rifiuti speciali da utenze artigianali-industriali. “Con la riapertura di tutte le attività industriali e commerciali, ci aspettiamo di tornare a registrare i livelli di inizio anno tra un paio di mesi”, dice alla Staffetta Marco Sperandio, presidente della società del gruppo Greenthesis che gestisce l'impianto di Dalmine, con cui abbiamo parlato degli impatti dell'emergenza e di come affrontare al meglio la Fase 2 dal punto di vista della gestione dei rifiuti.
L'impianto di Dalmine si trova nel cuore del territorio italiano più colpito dal Covid-19. Come sono cambiati i flussi di rifiuti in ingresso negli ultimi due mesi (ospedalieri, speciali, urbani, extraregionali)?
Negli ultimi mesi si è assistito ad una variazione abbastanza significativa del mix di rifiuti in ingresso. Se, da una parte, i rifiuti urbani indifferenziati, che Rea ritira quasi esclusivamente dal territorio della Provincia di Bergamo, hanno avuto un lieve decremento a causa della diminuzione delle attività commerciali e del turismo, i rifiuti speciali provenienti da utenze non domestiche (artigiani ed industrie) si sono praticamente azzerati data la chiusura pressoché totale delle attività che li producono.
Anche per quanto riguarda i flussi extraregionali, nel nostro caso dalla Campania, si è riscontrato un calo nei conferimenti, anche in questo caso legato al fermo delle attività commerciali e del turismo. L'unico flusso per il quale si è riscontrato un sostanziale aumento è stato, purtroppo, quello dei rifiuti ospedalieri che Rea riceve a valle di un processo di sterilizzazione con vapore effettuato in impianti terzi autorizzati. Questo flusso, per Rea, è passato da circa 1 carico a settimana (circa 30 tonnellate) ad un carico al giorno (circa quindi 150 tonnellate). Nelle ultime settimane abbiamo riscontrato un ritorno ai volumi medi precedenti all'emergenza sanitaria per questa tipologia di rifiuti ed un inizio di ripresa al conferimento dei rifiuti speciali da utenze artigianali-industriali.
Si va verso una normalizzazione. Vi aspettate un ritorno ai livelli precedenti?
Sì, si stanno lentamente normalizzando, pensiamo che ci vorranno almeno un paio di mesi per tornare a registrare i livelli di inizio anno a seguito della totale apertura delle attività industriali e commerciali.
C'è stato bisogno di chiedere un via libera per operare alla massima capacità termica autorizzata?
No. Gli impianti di incenerimento della Lombardia sono già autorizzati al massimo carico termico e quindi per Rea non è stato necessario aderire alla possibilità di richiedere un innalzamento.
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