Alla scoperta della Land Art
- by Greenthesis Group
- 19 dic 2019
- 3346 Visualizzazioni
La Land Art è una forma d'arte contemporanea sorta negli Stati Uniti d'America tra il 1967 e il 1968 caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati come deserti, laghi salati, praterie, ecc. Le opere hanno spesso carattere effimero. Nasce da un atteggiamento rigorosamente anti-formale in antitesi con il figurativismo della pop art e con le fredde geometrie della minimal art[1]. Questa la definizione più diffusa se si cerca sul web. Ma andiamo a vedere nello specifico di cosa si tratta.
La Land art è una corrente artistica (detta anche earth art o arte ecologica) che si esprime mediante interventi diretti sul paesaggio naturale. I suoi artisti recuperano il legame con la natura non con uno scopo ornamentale o romantico, ma intervenendo su di essa modificandola e lasciando un marchio personale del loro passaggio. L'interesse verso un mondo ancora incontaminato ha alla base diverse ragioni, prima fra tutte la consapevolezza di un sempre più forte snaturamento del paesaggio dovuto alla corsa tecnologica. L'artista esce dallo spazio tradizionale della galleria o del museo e interviene direttamente su vasti territori (deserti, laghi gelati, prati ecc.). Le tracce e i segni lasciati dall'artista sono macroscopici, evidenti; vengono realizzati (e eventualmente fissati poi con riprese fotografiche o filmati) mediante strumenti tecnologici che reggono l'urto con la quantità di spazio da affrontare. Questa scelta, oltre ad essere funzionale alla dimensione dei lavori, si connota anche di un significato politico nel rifiuto del concetto di autorità insito nell'istituzione.
Alcuni luoghi ed eventi, in Italia, sono diventati in pochi anni punti di riferimento internazionali, nel campo della Land Art. Il primo è a Pordenone e si chiama Humus Park, una rassegna biennale nata otto anni fa per far conoscere ai cittadini della città friulana un nuovo grande parco urbano, un'isola verde delimitata da due rami del fiume Noncello. In meno di un decennio la manifestazione è cresciuta al punto che quest’anno, per la quinta edizione, sono attesi oltre 80 artisti da 13 paesi del mondo (dalla California al Sudafrica, dalla Gran Bretagna al Kazakistan) e otto tra scuole d’arte e Accademie italiane. Tra gli altri personaggi che si cimenteranno nella costruzione delle opere, Gyöngy Laky, professoressa emerita all'Università della California, e Pedro Campos Costa, archistar portoghese. Perché gli organizzatori, ventennali cultori della Land Art, puntano da sempre a sparigliare le carte: invitano pittori, scultori di marmo, paesaggisti, docenti e studenti per contaminare positivamente il mondo dell'arte nella natura, per sorprendere, esplorare nuove possibilità e creare opere estremamente diversificate.
“E poi li facciamo lavorare in coppia” racconta Gabriele Meneguzzi, deus ex machina di Humus Park con Vincenzo Sponga, “perché due artisti in sette giorni producono un lavoro molto più complesso e importante che uno solo in quindici”. Uno scambio di punti di vista, idee, tecniche che arricchisce chi costruisce l'opera e chi ne fruisce. La coppia, nell'arte come nella vita e nella natura, diventa occasione di dialogo e di crescita, moltiplicando il risultato finale. L'altra caratteristica della manifestazione è quella di portare gli artisti a contatto diretto con la gente, che partecipa alla creazione, interagisce con gli scultori e, magari, si porta a casa un'idea originale da copiare nel giardino di casa[2].
Dalla pianura alla montagna. Sempre a Nordest, tra Trento e Bassano del Grappa da trent'anni esiste un luogo magico per quest'arte: Arte Sella in Valsugana. La Cattedrale vegetale è, forse, l'opera che caratterizza maggiormente lo spazio naturale tra questi boschi trentini. Realizzata nel 2001 da Giuliano Mauri, ha le dimensioni di una vera e propria cattedrale gotica, con tre navate di dodici metri di altezza e una superficie di 1.220 metri quadrati. Quattrocentoventi colonne di sostegno, cinquecento anelli, tremila ramoscelli intrecciati costituiscono l'impalcatura della cattedrale. All'interno delle colonne, piccoli carpini. Le colonne accompagneranno gli alberi per vent'anni, finché diventeranno adulti, poi le strutture lignee marciranno e lasceranno il posto alle piante colonnari, che ricorderanno il lavoro dell’artista, trasformando l'arte in opera naturale. A differenza di Humus Park, Arte Sella è un'esposizione permanente, ma la mutazione del lavoro dell'uomo anche qui è continua, costante e sottomessa alle condizioni atmosferiche e all'avvicendarsi delle stagioni. La natura è interpretata nella sua essenza, è fonte di sapere e di esperienza e, plasmata dolcemente dagli artisti, riesce persino a generare rispetto e attenzione da parte dei visitatori.
Dal 1986 Arte Sella ha ospitato l’energia creativa di più di trecento artisti provenienti da tutte le parti del mondo e attrae chi vive della sua arte, qualunque essa sia. Elisa ha registrato qui un lungometraggio, qui sono passati Lorenzo Cherubini e i Marlene Kunz. Marco Paolini in questi silenzi trova l’ispirazione per costruire alcuni dei suoi spettacoli. Qui è nata la Fucina, laboratorio e cenacolo di artisti guidati dal violoncellista Mario Brunello. Partendo dall’esperienza di questi paesaggi, gli scrittori in erba della Scuola Holden di Alessandro Baricco hanno dato vita ai loro racconti. Sotto la cupola di rami e foglie della Cattedrale vegetale hanno suonato Vinicio Capossela, Gianmaria Testa, Goran Bregovic, Antonella Ruggiero.
La Land Art è un'arte profondamente legata alla natura e al paesaggio, che si rinnova e rinasce e non è mai uguale a se stessa. Un'arte dove il protagonismo dell’uomo è messo in secondo piano rispetto al rapporto con l'ambiente. E dunque il messaggio che può trasmetterci va al di là di quello artistico: ci suggerisce una strada percorribile per cercare armonia, equilibrio, sostenibilità, nell'unico mondo che può ospitare la vita, il nostro pianeta.