RAEE, ecco cosa cambia con la nuova normativa sui rifiuti elettronici
- by Greenthesis Group
- 11 dic 2018
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Secondo l’ultimo rapporto stilato dal Centro di coordinamento Raee, nel 2017 sono state raccolte 385 mila tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Si tratta, in termini di volume, dell’equivalente di tre navi da crociera grandi come la Costa Concordia. Tradotto in parti più piccole ogni italiano avrebbe così mediamente riciclato 6,3 chili di questi prodotti nei 953 impianti autorizzati (di cui 674 nel Nord Italia, 136 nel Centro e 143 nel Sud). Una crescita, rispetto all’anno precedente del 6,8% (con il 78% di questi rifiuti di origine domestica ed il 22% proveniente dal mondo delle imprese). Un ottimo trend, che però non garantisce ancora il raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla Ue del 45%, calcolato come rapporto tra peso totale dei Raee raccolti e peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato (in media oltre 936mila tonnellate). Gli obiettivi europei e le evoluzioni normative in corso non sono e non devono comunque essere un freno, quanto piuttosto un’occasione di crescita e un’opportunità di sviluppo da non perdere. Sono comunque questi numeri in continua crescita per un settore che promette, secondo i dati degli esperti, la creazione futura di oltre 15 mila posti di lavoro e risparmi di circa 100 milioni di euro di valore economico nonché 1,2 miliardi di euro dall’acquisto di materie prime una volta che la nuova normativa verrà applicata.
Il mondi dei “Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche” (i cosiddetti Raee) ha subito, infatti, un cambiamento epocale a seguito dell’entrata in vigore, il 15 di agosto, della nuova normativa. Una decisione che ha come obiettivo quello di aumentare le percentuali di raccolta differenziata e riciclo di questa particolare tipologia di rifiuti. I piccoli rifiuti elettronici sono quelli che più facilmente sfuggono ad una corretta catena di raccolta-recupero-riciclo (solamente poco più di un quinto tra cellulari, frullatori e telecomandi rotti segue infatti il corretto iter). Da questa data in poi i prodotti che rientreranno in questa definizione diventeranno molti di più (l’elenco includerà, infatti, anche carte di credito con chip, biciclette elettriche, prese multiple, cancelli e tende automatizzate, serrature elettriche, cavi e stufe a pellet).
Da luglio 2016 è poi in vigore il decreto “Uno contro zero” che permette la consegna, già ora, di vecchi telefonini, lettori mp3, cuffiette o calcolatrici (ma anche Raee che sono più piccoli di 25 centimetri e provengono da nuclei domestici) nei negozi più grandi di 400 metri quadrati senza dover comprare nulla in cambio. Rimane facoltativa invece l’applicazione di questa norma per i piccoli distributori e i venditori online. Ma di questo decreto, secondo un’indagine realizzata dalla community di Friendz per Ecodom, uno dei consorzi che gestisce i Raee, ne sono a conoscenza solo 3 italiani su 10 (con i più informati che risultano essere i residenti di Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia). Vista l’importanza di questi rifiuti sarebbe opportuno, invece, conoscere un pò meglio le normative a riguardo, sia quelle esistenti da tempo sia quelle appena entrate in vigore.
Con la nuova normativa si attua il cosiddetto “campo aperto” ovvero il superamento delle dieci categorie di AEE in precedenza ben definite: nella nuova disciplina rientrano tutte le apparecchiature rispondenti alla definizione di AEE, tranne quelle esplicitamente escluse. La novità comporta, soprattutto nella prima fase di operatività, una attenta valutazione riguardo alla eventuale classificazione come AEE per beni prima non considerati tali e questo, in concreto, aumenterà indubbiamente il volume dei rifiuti da gestire. Interessati alla normativa sono poi ora sia i produttori e gli importatori delle apparecchiature individuate come AEE sia le imprese che si trovano a provvedere al ritiro dei Raee (distributori, impiantisti, centri di assistenza). Per coloro che già si configuravano come produttori/importatori di AEE, si imporrà poi la necessità di adeguare la classificazione dei prodotti tenendo conto dell’estensione delle categorie. La conversione verrà effettuata in automatico da parte del Registro AEE, pertanto l’impresa dovrà solo verificarne la correttezza e, se necessario, integrarla con una comunicazione di variazione. Il Registro AEE informerà della riclassificazione le imprese tramite Pec. Le imprese che producono/importano apparecchiature in precedenza non considerate AEE ma da adesso in poi rientranti nella disciplina, a partire dal 15 agosto dovranno essere in regola con tutti gli adempimenti previsti per i produttori: adesione a un sistema collettivo, iscrizione al Registro AEE, obblighi di comunicazione e informazione. Oltre ai sopracitati obblighi il produttore dovrà inoltre apporre su ogni singola AEE il simbolo che raffigura un cassonetto barrato, al fine di indicare che i Raee non dovranno essere smaltiti come rifiuti urbani misti, ed il marchio di identificazione. Infine, per i distributori, gli installatori e i centri di assistenza, le novità avranno effetto quando l’apparecchiatura rientrante nel nuovo campo di applicazione diventerà rifiuto e dovrà essere gestita come Raee. Entreranno perciò in gioco le procedure e gli adempimenti specifici relativi a tali rifiuti.
Ogni cittadino può conferire i propri Raee in diversi modi: portandoli ai centri di raccolta e stazioni ecologiche del proprio comune; prenotarne il ritiro gratuito a domicilio chiamando il numero verde dedicato; portarli alla stazione ecologica itinerante (se attiva nel proprio comune). A Milano per esempio è stata da poco avviata una sperimentazione nell’ambito della quale verranno introdotte quattro Eco-isole per la raccolta di questa tipologia di rifiuti in diverse aree della città al fine di rendere più semplice per i cittadini il corretto conferimento di lampadine e altri piccoli apparecchi elettronici arrivati ormai a fine vita. In particolare i cittadini durante il periodo di sperimentazione del progetto, che durerà fino a luglio 2019, potranno utilizzare dei cassonetti automatizzati che permetteranno di gestire il riciclo in modo smart ed efficiente. Un progetto che non vuole solamente incrementare la raccolta dei Raee in città, ma anche incentivare la diffusione di una sempre maggiore cultura ecologica. Il riciclo è e sarà sempre più un aspetto fondamentale della nostra esistenza, fondamento di quella che viene chiamata “Economia circolare” ma non saranno solo le direttive e normative, europee e nazionali, a far si che in futuro il riciclo diventerà la vera realtà di trattamento dei rifiuti: quello che è necessario è che ciascuno di noi prenda coscienza del problema dei rifiuti e dell’inquinamento conseguente.