Ricicliamo
- by Greenthesis Group
- 1 lug 2018
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Ancora troppa plastica finisce nei rifiuti organici della raccolta differenziata in Italia: stiamo parlando di circa il 5%. Il problema nasce dai sacchetti utilizzati dalle famiglie per lasciare il rifiuto organico: nel 44% dei casi si tratta di sacchetti di plastica tradizionale e non biodegradabile. Nelle scorse settimane la problematica è stata sollevata dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) che ha presentato i dati di un monitoraggio nel corso di un convegno sulla gestione dei rifiuti che si è tenuto a Kassel (Germania). I dati hanno riguardato 45 analisi effettuate su 27 impianti (15 di compostaggio, 12 di gestione anaerobica e compostaggio) nell'ambito del progetto “Di che plastica 6” in collaborazione con Assobioplastiche, Conai e Corepla. La contaminazione della plastica nella frazione organica ammonta al 4,9% e purtroppo si tratta soprattutto di plastica non compostabile. Il problema non è solo italiano visto che dati analoghi si registrano anche in Austria, Svizzera e nella stessa Germania. In Austria il consorzio dei compostatori KBVO ha cercato di correre ai ripari lanciando una campagna per far approvare una nuova legge che vieti la commercializzazione degli shopper monouso e dei sacchi per frutta e verdura di plastica non biodegradabile. Come noto tale divieto in Italia e Francia è stato già introdotto con qualche polemica per il costo praticato nei supermercati. In Spagna entrerà in vigore dal 2020.
L'Unione Europea vorrebbe introdurre una tassa sugli imballaggi di plastica non riciclabile: la motivazione è più economica che ambientale visto che la Commissione l'ha inserita nelle misure da prendere per finanziare il prossimo bilancio Ue 2021-2027. Tra le altre proposte quella di destinare al futuro bilancio europeo almeno una parte delle imposte sulle società e dei ricavi provenienti dello scambio di quote di emissioni nocive (Ets), fino ad oggi incamerato dagli Stati Membri. La tassa sulla plastica non riciclabile era stata già proposta a metà gennaio dal commissario Ue al budget Guenther Oettinger ma alcuni giorni più tardi era stata quasi stroncata dal vicepresidente della Commissione europea Jirky Katainen che aveva manifestato una serie di dubbi. In questi anni dunque se molto è stato fatto in tanti comuni con la distribuzione gratuita dei sacchetti compostabili per la raccolta della frazione organica ancora molto resta da fare a livello informativo. Lasciare una così grande quantità di sacchetti di plastica con l'organico significa vanificare gran parte dello sforzo messo in atto per una raccolta differenziata virtuosa. Ed il problema riguarda anche la raccolta differenziata della carta: anche qui si trova materiale estraneo (quasi sempre plastica) tra il 5 ed il 15% dei casi. Così i rifiuti invece di essere riciclati finiscono in discarica o negli inceneritori. Noi di Green Holding lo vediamo come un enorme spreco dal momento che la raccolta differenziata della carta raggiunge percentuali molto alte. Gli scarti che vengono trovati rendono tutto più complicato e costoso perché poi rimangono difficili da riciclare ulteriormente limitando quella che sarebbe una eccellente abitudine per la tutela ambientale.
L'Italia per fortuna è il quarto paese al mondo nel settore del riciclo e della carta: il 60% della carta prodotta in Italia viene da processi di riciclo. Una percentuale che potrebbe essere molto più alta con maggiore attenzione e razionalizzazione.